¬ La sostenibilità non è una moda, ma il nuovo modello di investimento. Parola di Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm, società di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale, specializzata in investimenti di medio-lungo termine. Fondata nel 2011 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, Moneyfarm conta oggi su un team di 200 professionisti e gestisce il patrimonio di oltre 90 mila risparmiatori, per quasi 2,8 miliardi di euro. La società è regolata dalla Financial Conduct Authority e vigilata in Italia da Consob e ha un totale di oltre 166 milioni di euro di finanziamenti ottenuti. «Il panorama degli investimenti Esg, specialmente nell’Eurozona, continua ad avere un’evoluzione regolatoria molto rilevante – osserva Morra -. Ne sono un esempio il recente accordo provvisorio sugli European green bond, che mira a creare un framework trasparente per la valutazione delle obbligazioni verdi. Uno dei punti di attenzione maggiori è stato l’utilizzo della Tassonomia europea per definire le attività finanziabili dalle obbligazioni, per armonizzare le definizioni e creare un “gold standard” globale. Una scelta che si inserisce nella più ampia battaglia contro il greenwashing». È pur vero che le critiche, su questo, non sono mancate. ICMA e Climate Bond Initiative, ad esempio, sostengono che un quadro attualmente poco duttile e incompleto come la Tassonomia potrebbe affossare l’emissione delle obbligazioni verdi. «Sicuramente ci sono aspetti da risolvere per garantire la trasparenza nei confronti di investitori e risparmiatori e allo stesso tempo agevolare i flussi finanziari verso investimenti sostenibili – osserva Morra -. Spesso i requisiti introdotti dal Regolatore sono molto stringenti e richiedono un ulteriore lavoro di documentazione da parte degli investitori. Tuttavia siamo fiduciosi che la dialettica tra Regolatore e industria potrà portare alla creazione di un framework ottimale per gli investimenti sostenibili. Tutte queste regole danno comunque chiarezza agli investitori. Se da un lato garantire la fruizione e la flessibilità del quadro regolamentare è un'esigenza indiscutibile, dall’altro l’armonizzazione delle regole e la chiarificazione degli aspetti ancora opachi, superate le complessità iniziali, porteranno a semplificare enormemente la valutazione degli asset finanziari e a efficientare i flussi di capitale verso attività e progetti sostenibili». Anche l’interazione tra politica monetaria e finanza sostenibile sta evolvendo. «Un mese fa la Bce ha esibito per la prima volta l’andamento delle emissioni di gas serra medie delle obbligazioni societarie. Da ottobre 2022 la Banca Europea si è impegnato a sovrappesare gli acquisti di bond societari di emittenti con “migliori performance climatiche” e infatti il report pubblicato a marzo mostra una riduzione del 65% dell'intensità di gas serra degli acquisti del quarto trimestre 2022. Le scelte di politica monetaria sono cruciali per gli asset finanziari e se il trend di decarbonizzazione del portafoglio della Bce dovesse continuare potrebbe influenzare in modo significativo non solo le scelte di investimento delle istituzioni finanziarie, ma anche gli obiettivi climatici delle società emittenti di tali obbligazioni». Per Moneyfarm, le emissioni di gas serra delle aziende sono un aspetto cruciale della strategia di investimento sostenibile. «La “decarbonizzazione” del portafoglio può essere raggiunta in modi diversi ma, al di là della metodologia usata, ci sono delle pratiche a cui bisognerebbe ambire - spiega Morra -. In primis, non abbattere le emissioni medie del portafoglio semplicemente disinvestendo dai settori ad alto impatto climatico, ma considerare le emissioni anche in rapporto ai valori medi del settore in cui si investe. In secondo luogo, considerare le emissioni di tutta la catena del valore dell’azienda in cui si investe. Terzo, favorire tecniche di investimento che considerano anche i piani prospettici di riduzione delle emissioni, specialmente se scientificamente validati». Ma l'intensità di CO2 media di un’azienda non è l'unica metrica per valutare la bontà di un investimento responsabile. «Alcuni strumenti finanziari a impatto positivo come i green bond potrebbero essere offerti da aziende con intensità di gas serra superiori alla media. Per questi investimenti bisogna analizzare anche i progetti che hanno finanziato e la loro capacità di ridurre le emissioni di gas serra nel lungo termine, ad esempio con l’efficientamento della rete di trasporti». Dunque, l’approccio socialmente responsabile resta il nuovo modello da perseguire negli investimenti, conclude il manager di Moneyfarm, “a patto che si abbiano il tempo e le competenze che occorrono per monitorare un panorama in continua evoluzione regolatoria e per valutare correttamente tutte le implicazioni che porta con sé la costruzione e la gestione di un portafoglio socialmente responsabile”.
«La sostenibilità è il nuovo modello di investimento»
