¬ Finanza verde, la rivoluzione è in atto. «I paesi-pilota a livello europeo ci sono, in Italia c’è l’impegno ma manca la mentalità». È quanto sostiene il 26enne vicentino Domenico Frascati, fresco dottore in International economics and business all’Università di Verona, premiato nella sede dell’Università di Vicenza tra i “Laureati dell’anno” per l’anno accademico 2021-2022. Il titolo della tesi di Frascati, che lavorerà nel campo della consulenza strategica in ambito di sostenibilità, è “Democratizzare la finanza attraverso l’ESG Investing e l’Impact Accounting: come le strategie d’investimento socialmente responsabili nelle catene di valore promuovono lo sviluppo sostenibile e la prosperità inclusiva”. Lo sguardo d’insieme riguarda la discussione sul panorama internazionale del settore ESG, acronimo di Environmental (ambiente), Social e Governance. «Si tratta di tre dimensioni – spiega Frascati – fondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenere (con l’acquisto di prodotti o scelte d’investimento) l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di un’organizzazione. Ruota tutto o quasi attorno all’ESG quando si parla di finanza “green”, perché esso rappresenta una serie di standard delle attività ambientali, sociali e della governance di un’organizzazione, criteri a cui si devono ispirare le operations di un’azienda per garantire il raggiungimento di determinati risultati ambientali, a livello sociale e di governance delle imprese». I criteri ESG sono importanti perché permettono di misurare in modo preciso e sulla base di parametri standardizzati e condivisi le performance ambientali, sociali e di governance di un’azienda. Per lungo tempo l’impegno sociale, ambientale e le buone pratiche di governance di un’organizzazione hanno rappresentato una scelta del tutto libera e indipendente, così la loro rappresentazione e la relativa comunicazione. I risultati raggiunti venivano rappresentati sulla base di scelte e logiche legate a ciascuna realtà, non potevano quindi essere misurati o paragonati a quelli conseguiti da altre aziende, ed essere così studiati in maniera oggettiva. Le imprese che ispirano le proprie strategie e le scelte a criteri ESG risultano essere aziende che possono raggiungere migliori risultati in termini di business e sono al tempo stesso meno esposte a rischi. Qual è la percezione delle aziende nei confronti della finanza green? «La finanza green e sostenibile è destinata ad avere un ruolo predominante sullo scenario internazionale – spiega Frascati -, i numeri e il sentimento degli investitori parlano chiaro. La finanza non si muove per logica ma per meccanismi che evadono la logica. Non è scritto nelle stelle che andrà bene, ma molte persone sono convinte andrà bene e dunque a livello internazionale appare evidente come un impegno green possa portare grandi benefici, alle aziende in primis, agli investitori e di conseguenza ai consumatori. A livello di regolazione, quindi sul piano legislativo, nel giro di qualche anno si assisterà ad un panorama diverso. Migliaia di aziende dovranno adattarsi a nuovi strumenti di operatività. L’Europa è sul pezzo». Quali paesi guidano la “rivoluzione”? «Svezia, Finlandia, Norvegia, Belgio, Olanda. Sono paesi-pilota per motivi diversi. In Belgio e Olanda, ad esempio, esistono modelli di regolamentazione del mercato finanziario che incentivano all’utilizzo di strumenti, le persone si fidano e investono. Nei paesi del Nord Europa, a livello culturale le cose vanno già in quella direzione, perché la mentalità è quella di rispettare certe logiche di carattere ambientale». E in Italia a che punto siamo? «C’è sicuramente un impegno a livello settoriale, ma questo impegno o è chiuso nelle aule delle grandi aziende, o viene proposto ai piccoli investitori. Non abbiamo però la predisposizione, la mentalità a cercare e percorrere la via green. E da noi, purtroppo, la parola “investimento” suscita reazioni contrastanti, dopo i fallimenti di banche importanti c’è ancora un certo timore nei confronti della finanza».
Gli investimenti responsabili creano prosperità
