La riduzione della plastica in sede - obiettivo a breve termine - è iniziata, ma l'impegno maggiore di Confagricoltura Vicenza è senz'altro quello - a lungo termine - sul sequestro del carbonio e il carbon farming. Un lavoro che la presidente vicentina Anna Trettenero sta portando avanti instancabilmente, anche dall'interno di un gruppo europeo di esperti. «Il 15 dicembre - racconta - la Commissione europea ha inoltrato una comunicazione al Parlamento e al Consiglio europei sui cicli di carbonio sostenibili, all'interno della quale viene previsto come nuovo modello di business il carbon farming. A seguito di questo a gennaio si è svolta una conferenza online cui ho partecipato, dalla quale è nato un gruppo di 42 esperti, lo European network for rural development, di cui sono entrata a far parte. Dopo un primo momento di confronto a marzo, a giugno ci sarà un incontro coordinato dalla Commissione e dal Sistema per lo sviluppo rurale, per riunire tutti i portatori d'interesse». Momenti importanti, anche per comprendere meglio peculiarità e punti in comune tra i diversi paesi europei. «Spesso quando ci troviamo - sottolinea Trettenero - mi chiedo cosa ci facciamo assieme, essendo così diversi e avendo situazioni così lontane tra loro. Poi più ti confronti con le persone, più ti rendi conto che i punti di contatto ci sono, anche se gli approcci sono diversi». Tra i temi proposti dalla commissione, che vanno dalla riforestazione al ripristino delle torbare e dall'agriforestazione al mantenimento di prati e pascoli, c'è anche quello di cui la presidente si sta occupando da tempo, l'utilizzo delle colture di copertura e l'agricoltura conservativa e rigenerativa «che riguarda la protezione dei suoli, la riduzione nell'erosione, l'aumento del carbonio organico dei suoli, che è un tema molto delicato, perché più perdiamo sostanza organica, più ci avviamo verso la desertificazione. L'agricoltura conservativa permette di aumentarla e migliorare la fertilità, generando una serie di servizi ecosistemici per l'ambiente, l'aria, l'acqua, il sequestro dell'anidride carbonica e la sua permanente incorporazione nel suolo». In attesa della "cornice legale" che dovrebbe essere definita entro fine anno, stanno già partendo su base volontaria dei sistemi di crediti di carbonio «che possono essere basati anche sul carbon farming, ma sono necessarie regole comuni, in modo che una cosa positiva non venga svilita in un "green washing", ma venga fatta correttamente». Per "green washing", o ambientalismo di facciata, si intende quell'insieme di pratiche scorrette che di ecologico hanno solo la facciata, ma non si traducono in azioni positive ed efficaci.All'interno della nuova Politica agricola comunitaria ci saranno quindi degli ecoschemi, che saranno applicati differentemente nei vari paesi, ma non tutto è rose e viole. «È tutto molto complicato - continua la presidente - Di anno in anno la complessità s'intensifica e lascia disarmati gli imprenditori agricoli, che si stanno trasformando in produttori di carta. Nella nuova Pac alcuni elementi potrebbero aiutare l'imprenditore agricolo a orientarsi in questo senso, ma ho ancora molti dubbi su ciò che è uscito e non mi stupiscono le osservazioni della Comunità europea». Il lavoro relativo al carbon farming, insomma, è in itinere «e bisogna fare in modo che venga fatto bene: che sia di facile esecuzione, che non si riduca a burocrazia e che i dati possano essere verificati con certezza. L'evoluzione è in atto - conclude Anna Trettenero - e sono molto contenta dell'interesse dei giovani».
Un programma per il sequestro del carbonio
