Un'agricoltura sempre più naturale e un impianto per produrre biometano agricolo in procinto di partire a Schiavon. Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza, fa il punto sugli obiettivi di sostenibilità dell'associazione a breve e lungo termine. Da un lato la riduzione dell'utilizzo di prodotti fitosanitari e di concimazioni chimiche nelle coltivazioni; dall'altro l'utilizzo massiccio di mezzi agricoli alimentati a biometano. Un obiettivo, quest'ultimo, con un orizzonte nettamente più ampio, mentre sui prodotti utilizzati per le coltivazioni la strada è decisamente già ben tracciata e frequentata. «Come Coldiretti - spiega Cerantola - stiamo continuando l'opera di sensibilizzazione riguardo a queste tematiche, ma la riduzione di antibiotici e fitofarmaci è già in atto e le aziende sono sempre più attente, anche perché ce lo chiedono i cittadini. In questo modo non solo si ottengono prodotti di qualità, ma si contengono anche i costi». Sul tavolo dell'associazione, però, adesso ci sono anche altri pressanti problemi «come i prezzi e la siccità. Bisogna iniziare a ragionare sui bacini e i sistemi d'irrigazione, perché l'acqua è un bene sempre più prezioso e se non l'abbiamo è anche inutile parlare di sostenibilità, perché le piante sono meno vigorose. Comunque sempre più aziende sono orientate verso la sostenibilità e il biologico e questo è un segnale di presa di coscienza nelle imprese anche giovani della necessità di prodotti bio. A fronte di questo, serve però una chiara legislazione sul biologico made in Italy». Un tema non trascurabile, visto che le normative cambiano di paese in paese. «Il fatto che ci sia biologico che arriva dall'estero significa che c'è un forte margine di espansione per questo settore, ma bisognerebbe anche capire come sono a questo riguardo le legislazioni degli altri paesi, anche extraeuropei. L'Italia, infatti, ha le regole più stringenti, a tutto vantaggio del consumatore. Inoltre ritengo che sia una contraddizione cercare un prodotto sostenibile, quando poi lo stesso richiede giorni di viaggio per arrivare in Italia, con conseguenti emissioni in atmosfera. Anche perché non credo che gli aerei vadano a biometano». E, a proposito di regole, il numero uno di Coldiretti tiene a precisare che «anche i prodotti da agricoltura convenzionale in Italia sottostanno a una legislazione molto restrittiva, con i limiti di antiparassitari e antibiotici più bassi d'Europa. Significa che anche al di là del biologico c'è una grande attenzione all'utilizzo di questi prodotti». Per quanto riguarda l'obiettivo a lungo termine dell'associazione dei coltivatori diretti, un passo avanti verrà fatto a breve, con l'apertura di un impianto per la produzione di biometano agricolo a Schiavon «che sarà alimentato esclusivamente da sostanze organiche. Questo significa avere biometano di qualità e veicolare il messaggio ai cittadini che avere un'azienda agricola o un allevamento nel territorio non significa avere problemi, ma anche utilizzare un biometano agricolo per far da mangiare o per i mezzi di trasporto, frutto di una filiera ecologica. L'ideale sarebbe avere un trasporto pubblico a biometano agricolo, perché dobbiamo recuperare tutto il tempo perso nel campo della sostenibilità». E, assicura, risolvendo anche il problema della puzza: «Tutti i digestori sono chiusi e non ne producono. In più, il materiale organico, una volta "digestato", quando esce dall'impianto e viene sparso nei campi e non ha odore».
La ricetta naturale per un'agricoltura che guarda avanti
