Fonti rinnovabili, Agsm Aim: «Investiremo 140 milioni di euro»

Il consigliere delegato Quaglino 21 mag 2022

Un investimento da 140 milioni per l'incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, progetti pilota di comunità energetiche e altri 75 milioni per il rafforzamento impiantistico per la gestione di rifiuti e reflui. Procede il cammino di Agsm Aim verso un'energia sempre più prodotta da fonti rinnovabili o di economia circolare. A raccontare quanto fatto dall'ente gestore è il consigliere delegato Stefano Quaglino, che parte proprio da raddoppio della produzione di energia green, già oggi il 30% del totale. «Il conflitto - afferma il consigliere delegato - ha evidenziato la forte dipendenza dell'Italia dal gas russo. Nel breve periodo il gas rimarrà un elemento imprescindibile per consentire una progressiva transizione energetica verso le fonti alternative e dovremo trovare soluzioni verso un rafforzamento dell'indipendenza energetica del Paese, che passa necessariamente da un forte sviluppo delle energie rinnovabili e da investimenti verso altre forme alternative come la produzione di biometano. Nel piano industriale di Agsm Aim al 2024 sono previsti 140 milioni di euro per la generazione di energia elettrica interamente destinati all'incremento della capacità installata da fonti rinnovabili. Saranno inoltre sviluppati progetti pilota di comunità energetiche attraverso la realizzazione di quartieri interamente autosufficienti grazie all'alimentazione con fonti rinnovabili». Azioni che, secondo il consigliere, passano necessariamente per una sburocratizzazione dei processi autorizzativi e uno snellimento delle pratiche. Un esempio di questi ostacoli l'ha proprio in casa: «L'impianto eolico che stiamo realizzando in Toscana - spiega Quaglino - che prevede sette aerogeneratori per una potenza di 29,6 MW che produrranno 80 milioni di kWh all'anno, facendo risparmiare 40 mila tonnellate di anidride carbonica, con un investimento di 35 milioni. Le opere accessorie sono iniziate nel 2015, il progetto è stato presentato nel 2019, nel 2022 la Regione ha rilasciato l'autorizzazione, il ministro dell'Ambiente, su richiesta della Soprintendenza ha fatto opposizione e ora è tutto fermo a Roma». L'altro obiettivo, invece, riguarda la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti che sfrutti anche il biometano e più a lungo termine lo sviluppo della rete di teleriscaldamento. «Nel piano industriale al 2024 è previsto un investimento di 75 milioni di euro - continua Quaglino - Su questo fronte, stanno proseguendo i lavori per la trasformazione dell'impianto di Ca' del Bue, a Verona, in una piattaforma di eccellenza per la selezione e il trattamento dei rifiuti che permetterà di trasformarli in "materie prime-seconde" che saranno messe a disposizione delle aziende. In particolare, stiamo lavorando alla realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che consentirà la produzione di biometano, che potrà alimentare gli autobus, e di compost di alta qualità per l'agricoltura». A Vicenza, in particolare, il focus è sul teleriscaldamento. «Con lo spegnimento delle caldaie condominiali, un contributo particolarmente significativo alla riduzione delle emissioni di inquinanti sarà dato dallo sviluppo delle reti di teleriscaldamento nelle due città, con un incremento dell'energia termica venduta di circa 300 GWh termici. In particolare, l'uso della geotermia a Vicenza, grazie alla cogenerazione si inserisce pienamente nel contesto di riduzione delle fonti fossili, verso l'utilizzo di fonti rinnovabili».

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